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Africa Tabula Nova

Titolo del volume: Teatro del mondo di Abraamo Ortelio: nel quale si dà notizia distinta di tutte le provincie, regni e paesi del mondo
Data: 1724
Autore: Abramo Ortelio (1527-1598)
Editore e luogo di edizione: Lovisa, Venezia
Tecnica di esecuzione delle tavole: calcografia
Lingua: italiano
Collocazione: Biblioteca di Geografia, ATL PRE 11
Note sul volume: il Theatrum Orbis Terrarum di Abramo Ortelio è considerato il primo atlante in senso moderno. Fu pubblicato per la prima volta nel 1570 ad Anversa, ed era composto da 70 tavole. Per realizzarlo Ortelio selezionò le migliori carte moderne, rendendole uniformi per dimensioni e stile e applicandovi un reticolato geografico con caratteristiche sempre uguali; il lavoro di incisione fu affidato a Frans Hogenberg. La restituzione uniforme della Terra che ne conseguiva corrispondeva ai principi di uguaglianza e tolleranza cui, in un’epoca di profonde divisioni religiose, l’umanista Ortelio aderiva e che il suo atlante doveva contribuire a diffondere. Le carte, imprimendosi nella memoria del lettore, strutturandone in questo modo la conoscenza e guidandone il comportamento, acquisivano per lui un potere persuasivo. 
Il Teatro del mondo sostituisce alla tradizionale tripartizione delle terre una struttura quadripartita, con l’introduzione del continente americano, cui corrispondeva, nel frontespizio dell’edizione originale, la rappresentazione dell’ecumene nella forma di quattro personificazioni allegoriche femminili gerarchicamente disposte, con l’Europa in alto quale detentrice dei saperi.
L’edizione veneziana del 1724, pubblicata da Domenico Lovisa, deriva da un’edizione pirata di quella di Christoffel Plantin (1520-1589) che vide la luce ad Anversa nel 1579 col titolo Spieghel der Werelt. Rispetto all’edizione cinquecentesca viene dedicato però maggiore spazio ai territori della Serenissima e vengono introdotte modifiche ad alcune carte, legate alle nuove informazioni raccolte in quasi due secoli di esplorazioni. 


DATI GEO-CARTOGRAFICI

Scala: 1:94.000.000 ca
Scala grafica:
Orientamento: N in alto
Dimensione: 10,5 x 8 cm
Note descrittive: la rappresentazione dell’Africa di Ortelio segue fedelmente la celebre carta murale realizzata dal veneziano Giacomo Gastaldi nel 1564, in particolare per quanto riguarda i toponimi e la loro localizzazione, l’assenza dei Monti della Luna di tradizione tolemaica e l’idrografia. La carta si discosta invece da quella di Gastaldi per la ridotta estensione longitudinale del continente, con la conseguente collocazione più centrale del capo di Buona Speranza, a cui si accompagna in generale una forma più appuntita. L’edizione in esame è caratterizzata dalle dimensioni particolarmente ridotte da cui deriva una ridotta presenza di dettagli: non è indicata l’orografia, che invece la carta originale di Ortelio riportava, e anche il numero dei toponimi e l’articolazione idrografica risultano decisamente ridotti. Le città sono identificate dal simbolo di due edifici accostati stilizzati.
Il titolo “Africae Tabula Nova” è riportato in un cartiglio essenziale in basso a sinistra. Sono presenti secondo la tradizione alcuni elementi ornamentali come i due velieri che solcano le acque dell’“Oceano Aetio[picus]” (Atlantico meridionale) e del “Mare Rvbrvm” (Oceano Indiano), dove si trova anche un mostro marino. Curiosa è l’interruzione del corso del fiume Nilo, per un tratto, all’altezza della città di Gaoga, forse da mettere in relazione con la presenza, nel modello utilizzato, di un toponimo qui assente. Sempre per quanto concerne l’idrografia, il Sahel vede la presenza di un unico fiume, identificato all’altezza della foce nell’Oceano Atlantico come “flu. Niger”, le cui sorgenti si trovano, secondo il modello di Gastaldi, in un “Lac Niger” in Africa centrale, da cui il corso procede verso settentrione fino a un secondo lago all’altezza di “Zafara”, grossomodo identificabile con il lago Ciad, dal quale il fiume poi esce piegando verso occidente e dirigendosi verso l’Atlantico, non prima però di aver ricevuto le acque di vari immissari e di aver attraversato un terzo lago. Nel Sud del continente, dell’articolata idrografia dell’originale è indicato con un toponimo solo il fiume “Cuama” (Zambesi). Accanto al Madagascar è mantenuta la nota testuale dell’originale “Hec insula ab incolis madagascar ad Hispanis S. Laurentij, olim Memithias Ptol Cer neforte Plindicitur”, in cui sono tuttavia evidenti errori di trascrizione. Sottolineiamo l’omessa collocazione della regione di Zanzibar lungo la costa occidentale, forse per l’evoluzione che l’utilizzo del toponimo aveva avuto rispetto all’epoca di Ortelio, che lo aveva usato con una leggera variazione grafica sia per la regione sudoccidentale che per l’isola al largo della costa orientale del continente.
Un’altra carta del volume, qui non riprodotta, è invece dedicata alla “Presbiteri Ioaannis sive Abissinor Imperi descriptio”. Alla leggendaria figura del Prete Gianni la cultura storico-geografica del Medioevo associava un ricco regno orientale, di volta in volta collocato in regioni diverse comprese tra l’India e l’Etiopia. Si tratta di una carta particolarmente ricca dal punto di vista iconografico, che include un veliero decorativo al largo della costa orientale, alcuni alberi a nord del “Borno Lacus” e due elefanti lungo il corso del fiume Niger. Quest’ultimo, diversamente da quanto accade nella carta generale, si interrompe per proseguire il suo corso sotto terra per circa sessanta miglia, come segnala una nota descrittiva: “Hic Niger Fluvius se subterterram conderis post 60 Milliaria denuo in Lacum emergit”. Il corso del Nilo, invece, diversamente che nella carta d’insieme, procede senza interruzione dai laghetti tolemaici dove ha le sue sorgenti fino al Mar Mediterraneo.


BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

Betz R.L (2007). The Mapping of Africa. A Cartobibliography of Printed Maps of the African Continent to 1700. Utrecht, Hes & de Graaf.

Cerulli E. (1935). Prete Gianni. In: Enciclopedia Italiana. Roma, Treccani.

Daniele E.A. (2018). I ritratti del mondo: personificazioni dell’ecumene in età moderna. Tesi di dottorato, Università Ca’ Foscari Venezia.

Mangani G. (2006). L’atlante come raccolta del sapere. Nascita di un nuovo mezzo di comunicazioneGEOmedia. 10/1: 54-58.

Visentin M. (2017). Fascino e potere del Theatrum Orbis Terrarum di Ortelio, Charta. 154: 26-31.

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