Africa central

Africa central

Ángel Fernández de los Ríos, Atlas geográfico de la tierra, 1849

Titolo del volume: Atlas geográfico de la tierra: colección de mapas de las antiguas y actuales divisiones del globo, traducidos de la última edición del Atlas Clásico universal, publicado en francés
Data: 1849
Autore: Ángel Fernández de los Ríos
Editore e luogo di edizione: Oficinas y Establecimiento Tipografico de La Ilustración y del Semanario, a cargo de D.G. Alhambra, Jacometrezo, 26. Madrid
Tecnica di esecuzione delle tavole: Stampa in bianco su carta nera
Lingua: Spagnolo
Collocazione: Biblioteca di Geografia, MORB.32
Note sul volume: l’atlante, curato da Ángel Fernández de los Ríos, riprende apertamente la seconda edizione dell’Atlas classique universel de geographie ancienne et moderne, composé de 86 cartes dont 9 doubles dressé d’après les materiaux les plus récens di Victor Levasseur, edito a Parigi nel 1839. Los Rios (1821-1880) fu un giornalista, editore, politico, storico e urbanista spagnolo che fondò il quotidiano Las Novedades, il primo con ampia diffusione in Spagna, che uscì talora con inserti ricchi di incisioni e ornamenti. Diresse anche La Illustration (1849-1857), il Semanario Pintoresco Español (1846-1855) e una Biblioteca Universal Diaria di opere storiche, scientifiche e letterarie, il cui ampio successo fu dovuto al prezzo contenuto e alle notevoli illustrazioni. Uno dei suoi lavori geografici più importanti e riconosciuti fu La Tierra. Descripcion Geografica y Pintoresca de las Cincos Partes del Mundo tomada del libro de Victor Levasseur, anch’esso edito a Madrid per i tipi di Oficinas y Establecimiento Tipografico e pure ispirato all’opera di V. Levasseur, alla quale aggiunge informazioni da studi e ricerche di altri geografi e antropologi europei tra cui Karl Ritter e Adriano Balbi.
L’opera che ne risultò fu un volume denso di dati territoriali recenti ed accurati anche relativamente al continente africano, a cui sono dedicate circa 10 pagine sulle 290 totali. Si lega a quest’opera l’Atlas geográfico de la tierra, le cui modeste dimensioni non impediscono all’autore di indulgere come di consueto in ornamenti (il dorso della copertina, ad esempio, presenta una scritta impressa in oro) e illustrazioni di gusto sofisticato che, nello specifico, coincidono con le 77 tavole di varie dimensioni insolitamente stampate in bianco su fondo nero, che comprendono un planisfero celeste, un sistema solare,  un mappa-mundi, e numerose carte storiche. Le tavole dedicate alle regioni africane sono 7, 3 delle quali di interesse per la regione saheliana. A pagina 5 è inserita una breve introduzione alle rappresentazioni geografiche piane e al modo di intendere i diversi tipi di mappe (del mondo, delle nazioni, delle regioni sia topografiche che non) e le diverse scale di riduzione. L’introduzione è propedeutica alla più facile comprensione e al più congruo utilizzo di questo atlante. Privo di tabelle statistiche, glossario geografico e, in generale, di testi di accompagnamento alle carte, il piccolo atlante risulta una vera e propria appendice cartografica a La Tierra.

 

DATI GEO-CARTOGRAFICI

Scala:
Scala grafica: Leguas communes – Oras de camino
Orientamento: N in alto
Dimensione: 5 x 3,5 cm 
Note descrittive: La carta è la numero 65 dell’atlante e ricalca fedelmente quella di V. Levasseur, sia nella toponomastica che nella scelta del titolo e della scala grafica; cambiano ovviamente la colorazione e la lingua, spagnolo anziché francese. AL fedeltà a Levasseur si traduce in rigore scientifico, con tendenza ad accogliere solo informazioni verificate e denominazioni accertate in una fase cruciale del processo di esplorazione e acquisizione di conoscenze sul continente africano da parte degli Europei. Ad esempio, il centro abitato di Bakel, ancora oggi esistente, è posto accuratamente sul fiume Senegal; anche i centri di Sego e Djenne sono posti sul Niger, prima di quello che sembra il lago Debo, anche se non denominato. Inedito è il corso del fiume Niger che, dopo la città di “Ten-Bouctoue”, si biforca in due linee tratteggiate, esplicitando probabilmente l’incertezza rispetto all’effettivo corso del fiume: una continua verso est si perde nel Gran Deserto; l’altra si dirige verso sud-est, attraversa la “Guinea Septentrional” passando non lontano dalla città di “Sockoto” e giunge all’Atlantico. Nel cuore del continente troviamo il ”Soudan”, con numerose novità: soprattutto a sud del “Lag Tehad”  si nota un’alta concentrazione di piccoli corsi d’acqua che scorrono quasi paralleli fra loro. Nessuno di questi ha una denominazione eppure si riconoscono sia il fiume Yobe che scorre verso ovest sia i fiumi Chari e Cross, gli immissari della sponda sud del lago. Gli altri due fiumi posizionati sulla sponda est del lago arrivano rispettivamente da altri due laghi che dato il loro posizionamento ricordano i laghi Semegonda e Fittre, anche se la mappa non ne riporta i nomi; questi tratti potrebbero essere interpretati come un modo per rappresentare il bacino idrico esteso ma sottoposto a oscillazioni stagionali del Lago Ciad. Un’altra novità in questa zona è l’apparizione della città di “Kouka” sulla sponda sud-ovest del Ciad, il cui posizionamento è accurato. 

Un’alta carta contenuta nell’atlante riproduce la regione del Nilo, dalla sua ipotetica fonte alla sua foce: le origini sono individuate nella congiunzione di due torrenti, provenienti rispettivamente dal Donga e dal Kordofan; dopo la congiunzione, il Nilo prosegue verso nord-est e, per un piccolo tratto, costeggia le “Montanas de la Luna”: notiamo dunque come nel caso del Nilo persistano vari errori. Invece, il corso d’acqua che nasce dal “L Dembea” e si getta nel Nilo all’altezza della regione del “Sennaar” è, correttamente collocato, il Nilo Azzurro uscente dal Lago Tana: è evidente come gli europei al 1850 fossero arrivati qui, ma non oltre gli altopiani Etiopici.