
Africa settentrionale
Luigi Maria Galanti, Atlante Universale e Portatile di Geografia Antica e Moderna, 1817
Titolo del volume: Atlante Universale e Portatile di Geografia Antica e Moderna
Data: 1817
Autore: Luigi Maria Galanti (1765-1836)
Incisore: Marco Di Pietro, Gennaro Bartoli, Gennaro Galiani
Tipografo: Gabinetto Letterario
Editore e luogo di edizione: Gabinetto Letterario, Napoli
Tecnica di esecuzione delle tavole: Calcografia con acquerellature a mano
Lingua: italiano
Collocazione: Biblioteca di Geografia, MORB.29
Note sul volume: Si tratta di una riedizione de L’atlante in 32 carte edito a Napoli nel 1813 dal Gabinetto Letterario. Questo, già denominato Società Letteraria, ebbe un ruolo di grande importanza nella produzione culturale del Regno di Napoli a cavallo tra i secoli XVIII e XIX ed ebbe tra i suoi principali animatori i fratelli Giuseppe Maria e Luigi Maria Galanti. Il primo, più anziano, aveva intrapreso una vasta opera di descrizione demografica e aggiornamento dello stato del Regno borbonico pubblicata come Nuova descrizione storica e geografica delle Sicilie nel 1786. Il secondo, anche se meno conosciuto, fu un insegnante e un geografo di grande rilievo nella scena napoletana tra il 1805 e il 1836; proprio a lui si deve L’atlante in 32 carte del 1813, che riprende apertamente l’Atlas complet du Précis de la Géographie universelle de M. Malte-Brun del 1812 con carte di Pierre Lapie, riflettendo l’influenza della cultura francese nell’editoria napoletana dell’epoca.
Nell’atlante che stiamo esaminando le carte dedicate all’Africa sono tre: una carta generale che riprende quella realizzata nel 1810 da Jean-Baptiste Poirson, e due, dedicate rispettivamente all’Africa settentrionale e all’Africa meridionale, derivate da quelle realizzate da Lapie nel 1811. Manca un testo scritto che aiuti a interpretare e approfondire le informazioni cartografiche. Nel 1847, l’editore Giustino Merolla curò una riedizione utilizzando lo stesso frontespizio e le stesse lastre di rame dell’Atlante Universale e Portatile.
DATI GEO-CARTOGRAFICI
Scala:
Scala grafica: Miglia d’Italia di 60 a grado – Miriametri – Leghe comuni di Francia – Gran Miglia Arabiche
Orientamento: N in alto
Dimensione: 30,5 x 21 cm
Note descrittive: La carta dell’Africa Sttentrionale è la numero 22 dell’atlante. L’essenziale cartiglio ovale in alto a destra riporta la dicitura “AFRICA Settentrionale di P. Lapie 1811.”. Caratteristica costante delle rappresentazioni cartografiche di quest’opera è che esse sono costellate di tratti colorati che evidenziano i confini politici e le zone costiere; nel caso dell’Africa settentrionale le porzioni di terra circoscritte da quei tratti rappresentano le aree abitate da comunità nomadi o sedentarie, ovvero corrispondono a stati regionali africani: troviamo ad esempio “Egitto”, “Nubia”, “Abissinia”, “Fezzan”, “Burnu”, “Darfur”. È bene ricordare come la concezione di territorialità e di confine su cui si basa questo tipo di rappresentazione cartografica tipicamente europea e, più in generale, l’organizzazione e la concezione spaziale dei moderni stati occidentali è del tutto estranea, se non opposta, a quella degli abitanti dell’Africa all’inizio del XIX secolo. La costa atlantica, cosparsa di nomi di località, scali portuali e foci di corsi d’acqua, ricorda un esteso “emporio” affacciato sull’oceano, con aree specializzate per ogni tipo di commercio; l’entroterra invece, è caratterizzato da enormi spazi vuoti. Questo riflette l’assenza di conoscenza di quei luoghi che verranno esplorati a fondo dagli Europei nel corso dei 150 anni successivi alla creazione di questo atlante. Le informazioni geografiche quantitativamente e qualitativamente più consistenti riguardano le regioni attraversate dal Nilo e le aree costiere atlantiche (odierni stati del Senegal e del Gambia), ovvero i territori più frequentati per motivi commerciali dai mercanti europei.
A sud del “Zahara” è rappresentato il fiume Niger, il cui corso ha origine da una catena montuosa denominata “Montagne di Kong” e, scorrendo verso ovest, bagna “Tombouctou”, “Haussa” e “Kano” fino a convergere in quello che sembra un mare di dune sabbiose situato nel cuore del continente africano: l’“Ouangarah”, da cui poi il fiume, secondo le ipotesi degli studiosi e degli esploratori coevi, si dirigerebbe a sud-sudovest sfociando nel Golfo di Guinea. La condizione ipotetica relativa al tratto finale del fiume è esplicitata nella carta attraverso l’uso di una linea tratteggiata, che si biforca in prossimità dell’Oceano Atlantico. Ad est di quello che dovrebbe essere il lago Ciad vengono rappresentati altri due laghi, più piccoli. Il primo, senza nome, corrisponde probabilmente quello che in altre carte è indicato come Lago Semegonda. Il secondo è il “Lago Fittre”. La regione Saheliana tra il fiume Gambia e il Nilo è denominata: “SUDAN o NIGRIZIA” ed insieme al “GRAN DESERTO” saranno le aree che susciteranno più curiosità ed impeto esplorativo per tutto il secolo successivo alla creazione di questa carta. Nonostante l’accortezza di evidenziare talora quanto è frutto di ipotesi, la carta si presenta fortemente inaccurata: lo dimostrano, ad esempio, i numerosi piccoli specchi d’acqua collocati al centro della carta, che per lo più o non esistono in quelle forme o sono stagionali, ma anche le sconfinate catene montuose (rese graficamente con la tecnica dei mucchi di talpa) anch’esse per lo più fittizie, come le solite “Montagne della Luna o Monti Al-Qamar”. In questa fase, in generale, sono presenti contemporaneamente sia elementi più antichi e inesatti, risalenti a vecchie cartografie o a resoconti di mercanti-viaggiatori, sia denominazioni più recenti e verificate: tra queste, tra “Sego” e “Tombouctou” lungo il corso del Niger, notiamo il corretto inserimento del “Lago Dibbie”, la cui localizzazione accurata è databile al 1805 grazie all’opera esplorativa di Mungo Park. Sulle sponde del lago è riportato il nome della popolazione autoctona degli “jenna”, di cui già il geografo Al-Idrisi diede notizia nel XII secolo, una comunità attiva lungo le rotte commerciali di sale e oro passanti per Timbuktu.
Bibliografia
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CASTALDO, Marianna. L’editoria nel Regno di Napoli e la circolazione del libro francese durante il XVIII secolo. Rivista di Terra di Lavoro», ix, 2015, 1-2: 37-48.
SARNO, Emilia. Luigi Maria Galanti. Un geografo dimenticato del Primo Ottocento napoletano. Bollettino della Società Geografica Italiana, 2014, 7: 621-635.
RIZZO, Gerald J. The patterns and meaning of a great lake in West Africa. Imago mundi, 2006, 58.1: 80-89.
Sitografia
https://www.fondazionemarcobesso.it/cataloghi/fs_photosprints/index/page:416
https://www.libreriantiquaria.com/it/catalogo/geografia/opere-di-geografia-generale-e-atlanti/18111-atlante-universale-e-portatile-di-geografia-antica-e-moderna-formato-sulle-carte-de-migliori-e-piu-recenti-geografi-e-sulle-ulti.html
https://data.bnf.fr/15240617/pierre_lapie/